Cos’é il caffé leccese?
È una tipica bevanda Salentina, particolarmente golosa e ricca di principi attivi benefici per l’organismo: si tratta del caffé leccese, realizzato con caffé della moka e arricchito con latte di mandorla e alcuni cubetti di ghiaccio.
Ideale per cominciare la giornata, ma perfetto anche come delizioso dessert, questo alimento racchiude in sé un insieme di caratteristiche di grande impatto gustativo e olfattivo: infatti il latte di mandorla offre una bilanciata dolcezza (senza bisogno di ricorrere allo zucchero), mentre il ghiaccio rinfresca senza modificare il gusto deciso del caffé.
Il caffé leccese può anche essere montato per alcuni secondi con il vapore della macchina per espresso, fino a trasformarsi in una eccellente bevanda soffiata.
Il segreto per ottenere il migliore risultato è quello di utilizzare cubetti piuttosto grandi che, sciogliendosi lentamente, non diluiscono eccessivamente la preparazione.
Dissetante, fresco e particolarmente appetibile, il caffé leccese appartiene alla gastronomia Pugliese, e come tale, è stato esportato un pò in tutto il mondo, conservando comunque le sue caratteristiche organolettiche che lo rendono unico.
Secondo alcune leggende popolari, esso deriverebbe da una bevanda Spagnola (realizzata a Valencia) approdata in Puglia a fine ‘800 e chiamata “Café del Tiempo”.
Questa versione in realtà è leggermente diversa da quella Salentina in quanto prevede anche l’aggiunta di una fettina di limone, per conferire un retrogusto acidulo che attenua la dolcezza del latte di mandorla.
La preparazione di un buon caffé rappresenta il primo passo per la creazione di una simile ricetta, soprattutto perché è necessario utilizzare una miscela molto forte e decisa.
In tal modo si ha la certezza che l’aggiunta successiva di latte e di ghiaccio non diluiscono il sapore intensamente aromatico.
Grazie alla sua tipica cremosità, il latte di mandorla è in grado di completare in maniera perfetta la preparazione, che risulta bilanciata, non troppo stucchevole e con una consistenza vellutata.
Ricetta del caffé leccese
Per una singola dose, si possono utilizzare i seguenti ingredienti:
- caffé espresso oppure della moka: 1 tazza;
- ghiaccio: 3 cubetti grandi;
- latte di mandorla: 40 millilitri.
Per avere la certezza di realizzare una ricetta di ottima qualità è necessario servirsi di materie prime selezionate sia per quanto riguarda il caffé (per cui sono preferibili miscele robuste dal sapore intenso), che latte di mandorle piuttosto denso (che può essere anche preparato in casa).
Infatti quest’ultimo ingrediente è responsabile della consistenza finale della bevanda, che non deve essere liquida, ma cremosa e vellutata.
Bisogna innanzi tutto versare il latte di mandorla in una tazza, preferibilmente di vetro trasparente (o ancor meglio in un bicchiere) preventivamente raffreddata, dopo averla lasciata per un’ora in frigorifero.
Si devono poi aggiungere i cubetti di ghiaccio, scegliendo tra due opzioni: cubetti di grandi dimensioni oppure ghiaccio picconato, ovvero sminuzzato con un pestello in parti non troppo piccole.
Non bisogna mai ottenere una specie di granita, perché si correrebbe il rischio di diluire eccessivamente la bevanda, facendole perdere la sua tipica consistenza semi-fluida.
Il caffè deve ovviamente essere molto ristretto, quasi denso, per consentire la netta distinzione con il latte di mandorle (ben visibile nella tazza che mostra una demarcazione tra i due componenti) e per mantenere intatto il suo sapore dopo l’aggiunta del ghiaccio.
Infatti il caffé è più leggero del latte di mandorla, per cui resta in superficie, quasi come se galleggiasse, creando due strati distinti.
Non è prevista l’aggiunta dello zucchero in quanto l’elevata concentrazione dei componenti glucidici del latte di mandorla consente di realizzare una bevanda con un giusto livello zuccherino.
L’aggiunta dei cubetti di ghiaccio deve essere rapida, da effettuare immediatamente prima della consumazione, per impedire che sciogliendosi possano diluire troppo la bevanda.
Il loro ruolo è soltanto quello di rinfrescare il caffé, ma non di annacquarlo.
È necessario infine mescolare il tutto con un cucchiaino a manico alto, per rendere omogeneo il composto, miscelando in maniera bilanciata i sapori e gli aromi.
Preparazione del caffé leccese
Per preparare un buon caffé leccese bisogna procurarsi pochissimi ingredienti, ma è necessario seguire alcune accortezze che possono condizionare in maniera decisiva il risultato finale.
Innanzitutto il caffé deve essere di ottima qualità, per garantire un’intensità superiore alla norma, dato che la bevanda prevede l’aggiunta di ghiaccio.
Pertanto è consigliabile orientarsi verso miscele robuste, come ad esempio l’arabica, che si distingue per aroma e gusto nettamente più concentrati.
Il latte di mandorla deve essere piuttosto cremoso, un requisito che dipende dalla concentrazione di soluti (le mandorle liofilizzate) rispetto al solvente (la componente acquosa).
È quindi opportuno acquistare prodotti di marchi famosi, che garantiscono un ottimo rapporto tra le diverse fasi.
Il latte di mandorle può essere anche preparato in casa, utilizzando circa 200 grammi di mandorle pelate e un litro d’acqua, a cui vanno aggiunti 80-100 grammi di miele d’acacia.
Le mandorle ammorbidite da un’ora d’ammollo devono venire frullate insieme all’acqua fino a ottenere una crema omogenea, che successivamente va filtrata attraverso un colino a maglie strette.
Il ghiaccio, che è il terzo componente della bevanda, di solito viene aggiunto al latte di mandorle prima di versare il caffé sul composto così ottenuto.
Le ricette tradizionali consigliano di servirsi di cubetti larghi e piatti, che offrono un’ampia superficie di contatto con i liquidi e quindi si sciolgono più lentamente.
La principale finalità di una simile scelta è di rinfrescare il caffé senza diluirlo, soprattutto perché il latte di mandorle già contiene una notevole percentuale d’acqua.
Ultimo suggerimento per realizzare una preparazione a regola d’arte è quello di impiegare soltanto recipienti di vetro (mai tazze in ceramica) sia per un effetto estetico, sia perché il vetro è meno soggetto alla variazioni termiche, e quindi conserva meglio la temperatura della bevanda.
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